sviluppato negli anni 30 da Reich, proseguito ed evolutosi nei decenni successivi, sia da parte di alcuni allievi diretti che dalle generazioni successive. Per quel che mi riguarda, ritengo siano maggiormente efficaci e strutturati quegli approcci che fin dalla loro origine hanno cercato di integrare l'intervento clinico psicodinamico con l'intervento psico-corporeo. Approcci in cui le singole "tecniche" che possono essere utilizzate sono strettamente correlate e dipendenti dalla metodologia clinica, piuttosto che essere considerate a sé stanti. Appartengono a questo approccio anche psicoterapeuti che già negli anni '70 utilizzavano ad esempio anche tecniche di mobilizzazione oculare la cui efficacia, con metodiche in parte modificate, ha trovato estesa dimostrazione negli anni recenti. 

Il mio approccio si caratterizza per una visione dell'essere umano come un organismo complesso, in cui le varie dimensioni esistenziali ed esperienziali, principalmente identificabili in cognitivo/razionale/simbolico, emotivo/affettivo, psicofisiologico e posturale/muscolare, vengono prese in considerazione nelle loro interazioni reciproche. Operativamente si caratterizza per la messa a punto di un  percorso personalizzato, sulla base delle richieste e delle caratteristiche di funzionamento della singola persona, utilizzando modalità e tecniche che possono coinvolgere i diversi piani di funzionamento, cognitivo, simbolico, propriocettivo, motorio, muscolare, ecc.

Il sintomo assume senso e significato nella storia della persona e nelle sue peculiari modalità di funzionamento, non viene letto come situazione statica del momento, ma come un processo dinamico evolutosi nella storia affettivo relazionale del soggetto.

Semplificando potremmo affermare che “ognuno funziona nel modo migliore con cui ha potuto funzionare in base alle proprie caratteristiche ed alla propria storia”. Ciò nonostante, alcune nostre modalità di funzionamento acquisite nella nostra storia e funzionali alla nostra sopravvivenza, fisica e psicologica, possono non essere più ottimali nella nostra vita presente.

L'ansia in quanto manifestazione di allarme e anticipazione di un pericolo, può avere origini complesse, a volte stratificate nella storia affettiva del soggetto.

La situazione eziologicamente più "semplice" di ansia legata ad un evento è il disturbo post traumatico da stress, ma nella maggior parte delle situazioni, l’origine del senso di allarme non è facilmente identificabile in singoli eventi.

Nella piena consapevolezza di questa complessità, proponiamo esperienze che favoriscono la gestione dell’ansia, a partire dalle manifestazioni di cui la persona è maggiormente consapevole.

L’intervento sull’ansia rappresenta un percorso focalizzato messo a punto con progressivi aggiustamenti in una trentina di anni, come sintesi di esperienze diversificate di vari approcci psico corporei individuali e di gruppo.

Per questo semplice motivo storico-anagrafico, le attività che propongo non sono di derivazione recente e, nella loro storia, sono antecedenti alla grande maggioranza degli strumenti che vanno per la maggiore in questi ultimi anni. Se qualche attività che propongo assomiglia ad altre, è una pura coincidenza o semplicemente alcune tecniche proposte si sono diffuse nel tempo.